FONTANIVA
FONTANIVA
VILLA GALLARATI SCOTTI

La Villa Gallarati Scotti di Fontaniva, già Ca’ Orsato e Villa Cittadella Vigodarzere, risale almeno ai primi anni del XVI secolo.

Elegante nelle sue geometrie neoclassiche, si ritiene sia appartenuta in origine alla famiglia dei Da Fontaniva, e che solo poi sia passata agli Orsato, per via matrimoniale.

Proprietà Cittadella Vigodarzere dal 1848, venne lasciata in eredità da Fabrizio Orsato ad Andrea Cittadella Vigodarzere, dopo averla circondata con un magnifico giardino all’inglese, attribuito a G. Jappelli.

Nei secoli successivi divenne prima osservatorio meteorologico a livello nazionale, poi ospedale da campo durante la prima guerra mondiale, e infine requisita ai legittimi proprietari, quartier generale nazista.

La Villa fu da sempre meta privilegiata di personaggi illustri della vita politica nazionale e delle arti; vi soggiornarono tra gli altri, PucciniCroceDe Gasperi, il generale Cadorna.

Il nome attuale deriva dall’unione di Aurelia Cittadella Vigodarzere con il letterato e diplomatico milanese Tommaso Gallarati Scotti, avvenuta nel 1918.

Monumento nazionale dal 1925 è inserita in un ambiente naturale di grande pregio, essendo inquadrata all’interno di un ampio giardino all’inglese perfettamente conservato, in cui si possono ritrovare gli stilemi tipici del parco romantico: dolci declivi, sentieri sinuosi, piccoli ruscelli e una cornice arborea di grande effetto che arricchisce le sponde di un suggestivo specchio d’acqua centrale.

Completamento scenografico irrinunciabile all’architettura d’insieme, il parco risale al secondo decennio del 1800 e copre un’estensione di circa tre ettari. Presenta una notevole varietà di specie vegetali, alcune secolari.

In un luogo appartato si può scorgere infine la graziosa cappella gentilizia in stile neogotico fiorito, ricostruita in onore del conte Fabrizio Orsato tra il 1848 e il 1850 e progettata da Pietro Selvatico Estense, allievo dello Jappelli

FRAZIONI

Le frazioni e località di Fontaniva

Le frazioni e località di Fontaniva, aventi caratteristiche storiche e una chiara differenziazione topografica sono: San Giorgio in Brenta, Zolea con il Belgio, Boschi, Fratta e Casoni.

San Giorgio in Brenta.

San Giorgio in Brenta, situata nella parte sud del territorio fontanivese, è la frazione principale di Fontaniva. Vi si trova una chiesa, dedicata a San Giorgio, posta sulla Montagnola, esattamente sul confine di erosione lambito in passato dal Brenta ad ovest. Il fiume occupa una parte consistente del territorio sangiorgese e con le sue acque, i boschi, le barene, le ghiaie, i bacini lacustri, dona al paesaggio tratti di grande e rara bellezza.

La frazione ha una storia molto antica, le prime notizie scritte risalgono al 1234 quando la chiesa di San Giorgio in Brenta è nominata come filiale della Pieve matrice di San Donato. Il suo territorio era sicuramente abitato in epoca romana, essendo compreso nella centuriazione di Cittadella-Bassano estesa fin verso Cogno, dove è stato rinvenuto un grande cippo gromatico (pietra di confine usata nelle centuriazioni) di età romana con decussis (segno inciso a forma di X, che suddivide la superficie in 4 quadranti). La frequentazione dell’area può essere comunque fatta risalire anche all’età del Bronzo o a periodi precedenti, se si considera che nella confinante area di Gaianighe, presso la zona umida di Bolzonella, sono stati rinvenuti frammenti ceramici non solo di epoca romana ma anche dell’età del Bronzo, e una punta di lancia in selce di epoca preistorica. L’edificio storicamente più rilevante della frazione è Villa Borromeo-Fantoni, databile nelle sue varie evoluzioni al XV e XVI secolo, ora in uso al comune di Fontaniva. Un’altra casa di notevole interesse storico del XVI secolo, oggi in grande decadenza, è la Ca’ Terzi, poi Cerutti, in seguito di altri proprietari, situata proprio davanti Villa Borromeo, ad est.

Zolea

La località Zolea, ora nome di una via, si trova nella zona sud ovest del paese. Fin dal Medioevo venne spesso ricordata come luogo boscoso, nel quale possedevano proprietà anche alcuni Vescovi tedeschi di Frisinga (Baviera). Prima del ‘500 era citata con il termine Villa, e successivamente come contrada. Essa ebbe un chiericato ed una chiesa intitolata a San Michele, nominata nel 1297 e documentata anche nel ‘400, di cui non si conservano resti, ma si pensa che sorgesse vicino a una fontana (attuale casa Moletta.). La chiesa rimase aperta al culto fino al 1521 e nel 1582 la cura d’anime di Zolea venne affidata definitivamente al parroco del paese. Il toponimo Zolea, Zauleda nel Medioevo, derivante da “zolla”, richiama la morfologia del suo territorio costituito da una sopraelevazione argillosa del terreno, ben visibile verso est e ovest. In quell’area sono storicamente attestate fornaci per mattoni, come indica la presenza di molti dislivelli negli appezzamenti di terreno, prodotti dal prelievo dell’argilla per la produzione di laterizi. .

Belgio

Il toponimo Belgio è il nome di una via, situata nella zona sud ovest del paese. In un documento del XIV secolo è riportata la derivazione di “Belgio” da “Belio”, ma è stato anche ipotizzato che la sua denominazione discenda dalla presenza di soldati Belgi durante la prima guerra mondiale. Si ritiene, inoltre, che la frazione fosse in origine una parte della Villa di Zolea. Di un certo interesse è la presenza di tracce di un insediamento circolare, forse una fortificazione medioevale o più antica, situata tra le contrade Belgio e Zolea, in una zona agricola compresa entro il percorso di due torrentelli. In località Belgio è presente una chiesetta votiva costruita dopo la seconda guerra mondiale.

Fratta

Il nome Fratta, citato in molti documenti di età medioevale, attualmente indica una via e una località. Nella frazione, situata nella parte nord del paese, confinante a ovest con l’ampio alveo del fiume Brenta, sorge una chiesetta dedicata a Santa Maria. Fratta fino al 1515 era censita nel comune di Cittadella come “Villa” e in seguito come “Contrada”. Nel 1582 la “cura d’anime” autonoma della frazione venne soppressa e affidata al parroco di Fontaniva. Il toponimo Fratta, presente in molte altre località venete e italiane, designa un luogo coperto da boschi. Il termine potrebbe derivare dal greco-bizantino “ϕράκτη” (fracte), cioè “siepe”, designante un confine o una separazione, come quella individuabile nella scarpata dietro la chiesetta, prodotta dall’erosione del Brenta nell’antica pianura pleistocenica. Un centro di attività benedettina, un cenobio, sembra sorgesse in località le Motte di Fratta.

Casoni

Una via e una località al confine nord del paese sono denominate Casoni. L’origine del nome è chiaramente riconducibile alla presenza dei caratteristici “casoni “, molto diffusi almeno fino agli anni Trenta del Novecento. Il casone era un edificio rurale con tetto a spioventi coperto di paglia o erbe palustri, a pianta rettangolare e pareti in muratura o di rami e paglia. Questo tipo di edificio, comune in Veneto e nell’area lagunare, si diffuse nella terraferma veneta dopo la conquista della Serenissima. I Casoni ebbero un rapido declino nella prima metà’ del Novecento, quando si divulgò la credenza immotivata che la vita disagiata condotta al loro interno provocasse l’insorgenza di malattie. Nel periodo fascista e nel dopoguerra questi edifici furono quasi totalmente sostituiti da casette in muratura. Attualmente sul cartello stradale la località Casoni viene definita “Località del bel canto”, per l’esistenza nel suo territorio di un coro di ottimo livello da almeno 35 anni. Si tramanda che nel 1700 i viandanti che si fermavano all’osteria del Casonetto (oggi, la casa rossa lungo la via Postumia, appena a nord di Casoni), venivano ben osservati per capire se erano provvisti di denaro, con lo scopo di derubarli anche con la minaccia di colpi di archibugio. L’Osteria di Ca’ Michieli, detta il Casonetto, è riportata varie volte in registrazioni di atti criminali del ‘700.

STORIA

Il nome Fontaniva, forse contrazione di “fontana viva”, rivela lo stretto legame della cittadina con le acque di sorgenti, di fontane e soprattutto con quelle del fiume Brenta. Dal paese prese il nome anche la potente famiglia feudale dei Da Fontaniva, prima guerrieri al servizio dei Vescovi di Padova, poi proprietari terrieri. IL blasone di questa dinastia è divenuto lo stemma attuale del Comune di Fontaniva.

La storia del paese risale alla preistoria, come dimostra il rinvenimento di strumenti litici dell’età del rame (3400-2200 a.C.).

In epoca romana il territorio di Fontaniva rientrò nella grande organizzazione agraria, comprendente l’area che va da Bassano del Grappa a Castel Franco Veneto, al Brenta e a sud oltre S. Giorgio in Bosco. Tutta la zona venne divisa in centurie, quadrati di ca. 710 m. di lato, formate da strade perpendicolari tra loro, i cardi e i decumani, ancora ben distinguibili nel tracciato delle vie attuali. Nel 148 a.C., al confine nord del paese, venne fatta passare la strada consolare Postumia, che unisce Genova ad Aquileia, cardo massimo su cui sarà delineata la centuriazione.

Testimonianze di epoca longobarda (V-VIII secolo d.C.) sono conservate nella Pieve di San Donato ora di Cittadella, un tempo chiesa matrice del territorio. La presenza dei Longobardi nell’area è documentata anche da due chiese dedicate a santi particolarmente venerati da questo popolo: la prima intitolata a S. Michele esisteva nella località Zolea; l’altra dedicata a S. Giorgio che  si trova nell’estesa frazione di San Giorgio in Brenta. Numerosi toponimi richiamano le farae longobarde, gruppi familiari armati che si insediavano e presidiavano il territorio.

Nella cittadina in epoca medievale viene sottoscritto  un importante trattato di pace fra Padovani e Vicentini, sancito  il 28 marzo 1147 presso il guado del fiume Brenta. Questo avvenimento testimonia l’importanza assunta dalla famiglia dei Fontaniva, proprietari di un castello situato probabilmente dove ora si trova la piazza con il duomo del paese. Nel 1200-1220 giunse il pellegrino alemanno Bertrando d’Orenga che, dopo una vita spesa in opere di bene, morirà nelle vicinanze e sarà proclamato beato dalla Chiesa e patrono della cittadina.

Nel territorio di Fontaniva sono da segnalare due ville padronali: la Villa Borromeo, costruita nel 1500 nell’attuale frazione di S. Giorgio in Brenta e la Villa Gallarati-Scotti, già Cittadella-Vigodarzere ed Orsato.

IL fiume Brenta, che in questa zona mostra il tratto più largo di tutto il suo corso, attraversa Fontaniva da nord a sud. Sulle sue rive si sono combattute numerose battaglie: con gli Ungari prima dell’anno 1000, fra gli eserciti napoleonici e austriaci alla fine del ‘700, fino a quelle fra tedeschi e americani nel XX secolo.

Il fiume ha sempre rivestito un ruolo primario per lo sviluppo e l’economia del paese, lungo le sue acque si svolsero infatti numerose attività: la pesca, la raccolta di vimini, il prelievo di legna da ardere e soprattutto l’escavazione della preziosissima ghiaia, utilizzata mista a sabbia per la preparazione dei calcestruzzi, che hanno portato alla nascita di cementifici nella zona. Da queste attività sono nati i famosi bacini, grandi invasi d’acqua, divenuti fonte preziosa di acqua dolce per rifornire anche gli acquedotti della provincia padovana.

I DA FONTANIVA

All’inizio del secolo XI – almeno dal 1013 – un membro della famiglia, Giovanni Sicherio, ricopriva la carica di avvocato del vescovo di Padova: era un ruolo prestigioso, che lo poneva sul gradino più alto nellNon conosciamo l’origine dei Da Fontaniva, una delle stirpi più altolocate e prolifiche del territorio padovano. La loro ascesa, che conobbe forse pause ma non arretramenti, fu facilita inizialmente tra il 1000 e il 1100 da quell’essenziale strumento di potere costituito dal castello che presidiava il Brenta in corrispondenza di un traghetto o passo sul fiume nei pressi dell’attraversamento dell’anticaa gerarchia della feudalità padovana e gli permetteva di godere di un notevole potenziale di clientele armate; ma era anche una occasione formidabile di arricchimento. Dopo di lui Ogerio, Uberto, Galvano e parecchi altri riuscirono a tenere saldamente in mano la carica, trasmettendola di generazione in generazione, senza mai lasciarsela sfuggire di mano. Grazie a essa si imposero come signori dalle ampie facoltà economiche: i loro numerosi possedimenti si sgranavano sulla sponda del Brenta, da Bassano al mare. Nel 1140 avevano già messo piede in città, a Padova, insediandosi in un palazzo inespugnabile come una fortezza, grazie al muro che lo circondava e alla torre innalzata sopra il varco di accesso.
Ma nel 1218, per cause e scelte ignote, Fontaniva e il suo castello erano passati sotto l’influenza di nuovi padroni, i Da Romano: e la comunità si rivelò loro fedele fino al consumarsi della tragica esperienza del dominio di Ezzelino III. La caduta del “tiranno” trascinò con sé anche le fortune dei Da Fontaniva: per quasi un secolo sembrano scomparsi.
Soltanto dal 1319 i documenti indicano che alcuni membri della famiglia erano impegnati a consolidare il potere economico acquistando terreni e ottenendo investiture feudali. Cercavano anche di ritagliarsi una buona posizione sociale perseguendo studi giuridici, come Prudenzio che ricoprì per anni la carica di giudice, appannaggio dei ceti nobiliari, o come Matteo che si dedicò alle arti liberali; altri si buttarono nell’avventura delle armi, come Marco, prode condottiero (1386).
Nel secolo XV i Fontaniva costituivano oramai una stirpe aristocratica che sottolineavano esibendo lo stemma di famiglia che narrava di acqua fonte di vita e di ricchezza: si occupavano puntigliosamente dell’amministrazione dei propri possedimenti, rimpinguati grazie a una dura e tenace campagna di acquisti non scevra da qualche sopruso e al denaro accumulato negli anni in cui Giangiacomo fu tesoriere del signore di Cittadella, Roberto di Sanseverino.
Dopo quattro secoli la solidarietà famigliare si incrinò: Giangiacomo e il fratello Marco divisero il patrimonio. E conobbero vicissitudini diverse: la discendenza del primo fu esclusivamente femminile. Il secondo tentò di tramandare il nome e la ricchezza: privo di discendenti diretti, denunciò come proprio il figlio di una contadina. Ma fu sfortunato: il giovane Antoniomaria condusse vita dissipata e fu diseredato. Marco, ultimo dei Fontaniva, destinò la massa dei suoi beni alla fraglia della Carità che ne entrò in possesso nel 1540.

LA PACE DEL 1147

Dopo l’anno Mille, mentre il sistema feudale si stava sfaldando, fra i Comuni nascono lotte e guerre e così anche fra Padova e Vicenza cominciano i contrasti per il controllo del territorio, dei mercati e delle acque dei fiumi.

Padova cerca di allargarsi nel territorio vicentino e per ripicca Vicenza devia il corso del Bacchiglione, fonte di ricchezza per il territorio padovano Così scendono in campo Vicentini con i Veronesi  e i Padovani con i Trevisani, i Cenedesi (Vittorio Veneto ) e i Coniglianesi oltre a vari signori tra cui i Camposampiero e i da Onara.

Nace una guerra con molti scontri, fra cui epico sarà quello di Montegalda, con il risultato di enormi sofferenze per la popolazione dei vari territori coinvolti.

Per evitare ulteriori conseguenze disastrose il Patriarca di Aquileia e i Vescovi delle città contendenti si fecero portatori di una accordo di pace.

Il 28 Marzo 1147 “ in pertinencia de Fontaniva, iuxta Brentam apud ubi navis facit transitus”, fu giurata e sottoscritta la pace alla presenza di Pellegrino, patriarca di Aquileia, Teobaldo vescovo di Verona, Loterio di Vicenza, Gregorio di Treviso , Bellino di Padova e dei rappresentasti delle città e di altre fazioni.

Si definì un accordo con tutte le parti che avevano un interesse alla pace e così  i firmatari del documento furono molte centinaia a tal punto che solo i padovani furono 500..

Questo modello d’accordo ebbe un’ importanza storica in quanto fu preso ad esempio per la costituzione della Lega nel 1164 fra Padova, Verona e Vicenza e  della Lega Lombarda nel 1167 che portò poi alla storica vittoria di Legnano del 1176 ed alla successiva pace di Costanza (1183) con la quale si riconobbe ai Comuni vittoriosi l’autonomia dall’Imperatore Federico Barbarossa..

INFO ITINERARIO
-NUMERI UTILI

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  • Sede  PROTEZIONE CIVILE di Fontaniva 049 5941787
  • Biblioteca 049 5949950

 

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