Le frazioni e località di Fontaniva
Le frazioni e località di Fontaniva, aventi caratteristiche storiche e una chiara differenziazione topografica sono: San Giorgio in Brenta, Zolea con il Belgio, Boschi, Fratta e Casoni.
San Giorgio in Brenta.
San Giorgio in Brenta, situata nella parte sud del territorio fontanivese, è la frazione principale di Fontaniva. Vi si trova una chiesa, dedicata a San Giorgio, posta sulla Montagnola, esattamente sul confine di erosione lambito in passato dal Brenta ad ovest. Il fiume occupa una parte consistente del territorio sangiorgese e con le sue acque, i boschi, le barene, le ghiaie, i bacini lacustri, dona al paesaggio tratti di grande e rara bellezza.
La frazione ha una storia molto antica, le prime notizie scritte risalgono al 1234 quando la chiesa di San Giorgio in Brenta è nominata come filiale della Pieve matrice di San Donato. Il suo territorio era sicuramente abitato in epoca romana, essendo compreso nella centuriazione di Cittadella-Bassano estesa fin verso Cogno, dove è stato rinvenuto un grande cippo gromatico (pietra di confine usata nelle centuriazioni) di età romana con decussis (segno inciso a forma di X, che suddivide la superficie in 4 quadranti). La frequentazione dell’area può essere comunque fatta risalire anche all’età del Bronzo o a periodi precedenti, se si considera che nella confinante area di Gaianighe, presso la zona umida di Bolzonella, sono stati rinvenuti frammenti ceramici non solo di epoca romana ma anche dell’età del Bronzo, e una punta di lancia in selce di epoca preistorica. L’edificio storicamente più rilevante della frazione è Villa Borromeo-Fantoni, databile nelle sue varie evoluzioni al XV e XVI secolo, ora in uso al comune di Fontaniva. Un’altra casa di notevole interesse storico del XVI secolo, oggi in grande decadenza, è la Ca’ Terzi, poi Cerutti, in seguito di altri proprietari, situata proprio davanti Villa Borromeo, ad est.
Zolea
La località Zolea, ora nome di una via, si trova nella zona sud ovest del paese. Fin dal Medioevo venne spesso ricordata come luogo boscoso, nel quale possedevano proprietà anche alcuni Vescovi tedeschi di Frisinga (Baviera). Prima del ‘500 era citata con il termine Villa, e successivamente come contrada. Essa ebbe un chiericato ed una chiesa intitolata a San Michele, nominata nel 1297 e documentata anche nel ‘400, di cui non si conservano resti, ma si pensa che sorgesse vicino a una fontana (attuale casa Moletta.). La chiesa rimase aperta al culto fino al 1521 e nel 1582 la cura d’anime di Zolea venne affidata definitivamente al parroco del paese. Il toponimo Zolea, Zauleda nel Medioevo, derivante da “zolla”, richiama la morfologia del suo territorio costituito da una sopraelevazione argillosa del terreno, ben visibile verso est e ovest. In quell’area sono storicamente attestate fornaci per mattoni, come indica la presenza di molti dislivelli negli appezzamenti di terreno, prodotti dal prelievo dell’argilla per la produzione di laterizi. .
Belgio
Il toponimo Belgio è il nome di una via, situata nella zona sud ovest del paese. In un documento del XIV secolo è riportata la derivazione di “Belgio” da “Belio”, ma è stato anche ipotizzato che la sua denominazione discenda dalla presenza di soldati Belgi durante la prima guerra mondiale. Si ritiene, inoltre, che la frazione fosse in origine una parte della Villa di Zolea. Di un certo interesse è la presenza di tracce di un insediamento circolare, forse una fortificazione medioevale o più antica, situata tra le contrade Belgio e Zolea, in una zona agricola compresa entro il percorso di due torrentelli. In località Belgio è presente una chiesetta votiva costruita dopo la seconda guerra mondiale.
Fratta
Il nome Fratta, citato in molti documenti di età medioevale, attualmente indica una via e una località. Nella frazione, situata nella parte nord del paese, confinante a ovest con l’ampio alveo del fiume Brenta, sorge una chiesetta dedicata a Santa Maria. Fratta fino al 1515 era censita nel comune di Cittadella come “Villa” e in seguito come “Contrada”. Nel 1582 la “cura d’anime” autonoma della frazione venne soppressa e affidata al parroco di Fontaniva. Il toponimo Fratta, presente in molte altre località venete e italiane, designa un luogo coperto da boschi. Il termine potrebbe derivare dal greco-bizantino “ϕράκτη” (fracte), cioè “siepe”, designante un confine o una separazione, come quella individuabile nella scarpata dietro la chiesetta, prodotta dall’erosione del Brenta nell’antica pianura pleistocenica. Un centro di attività benedettina, un cenobio, sembra sorgesse in località le Motte di Fratta.
Casoni
Una via e una località al confine nord del paese sono denominate Casoni. L’origine del nome è chiaramente riconducibile alla presenza dei caratteristici “casoni “, molto diffusi almeno fino agli anni Trenta del Novecento. Il casone era un edificio rurale con tetto a spioventi coperto di paglia o erbe palustri, a pianta rettangolare e pareti in muratura o di rami e paglia. Questo tipo di edificio, comune in Veneto e nell’area lagunare, si diffuse nella terraferma veneta dopo la conquista della Serenissima. I Casoni ebbero un rapido declino nella prima metà’ del Novecento, quando si divulgò la credenza immotivata che la vita disagiata condotta al loro interno provocasse l’insorgenza di malattie. Nel periodo fascista e nel dopoguerra questi edifici furono quasi totalmente sostituiti da casette in muratura. Attualmente sul cartello stradale la località Casoni viene definita “Località del bel canto”, per l’esistenza nel suo territorio di un coro di ottimo livello da almeno 35 anni.
Boschi
La località i Boschi, situata nella periferia Ovest di Fontaniva, è conosciuta nel paese come la zona “deà dea Brenta”. Il quartiere, in origine area utilizzata come terreno agricolo, si è formato alla fine della seconda guerra mondiale, quando il Comune concesse lotti edificabili alle famiglie che vi si stabilirono. A quel tempo nella località si coltivavano mais e grano, alberi da frutta e le tipiche piantate con viti maritate ai gelsi, indispensabili per l’allevamento di bachi da seta. Il posto abbonda di una variegata fauna e le acque del fiume ricche di pesci consentono di praticare la pesca. Nel territorio, ripetutamente bombardato durante la seconda guerra mondiale, si verificò negli ultimi giorni della liberazione il feroce eccidio di tre partigiani, ricordati da una targa posta nei pressi del ponte stradale. Il quartiere, popolatosi velocemente nel dopoguerra anche con l’arrivo di famiglie provenienti dal Sud, si aprì a nuove attività commerciali fra cui il noto stabilimento metalmeccanico Isoli. Il 24 maggio 1990 fu inaugurato in via Boschi un capitello con una statua di Maria Ausiliatrice, realizzato con materiali edilizi riciclati. Esso è stato innalzato all’incrocio di tre strade presso la vecchia sede della SS53 Postumia, dove un tempo sorgeva un boschetto di platani e robinie, scomparso dagli anni sessanta. Altri capitelli sono stati eretti in via delle Giare e in via Boschi. Una pista ciclabile, recentemente attivata sulla destra del Brenta, apre prospettive di riqualificazione del territorio.